“Solo un pugno di parole” è il seguito del libro “Come farfalle di carta – un amore ai tempi della guerra”. E’ tratto dal diario che mio nonno ha scritto ogni giorno dal fronte greco-albanese e testimonia la sofferenza dei soldati che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale. Anche in questo libro ho voluto mettere la mia Città: la Dossenina, il Padiglione Maternità, la cascina Barbina ma ho cercato anche di descrivere la dura vita delle donne lodigiane che hanno affrontato mille sacrifici e tante privazioni.
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Tornano tra le pagine di questa storia Zina e Gianfranco, le FARFALLE DI CARTA che ritrovano la loro voce, unita nonostante la distanza imposta dalla guerra.
È il 13 novembre 1940 il giorno funesto che segna il cambio di rotta della vita dei due giovani: innamorati, sposati e genitori di due splendide bambine, si trovano costretti a dividersi per rispondere alla chiamata alle armi per la Patria. Così, mentre Zina guarda il suo amato scomparire dalla stazione di Lodi, inghiottito dalla nebbia, Gianfranco si imprime nella memoria l’immagine della sua madonna bionda.
Attraverso le parole autentiche di Gianfranco e Zina ripercorriamo gli anni della Seconda guerra mondiale; grazie all’agendina di Gianfranco ricostruiamo l’esperienza al fronte di un giovane uomo e riportiamo alla luce le vicende degli Internati Militari, di cui troppo poco si dice, e con la corrispondenza tra i due coniugi ci immergiamo in una storia d’amore in grado di sopravvivere a ogni avversità.
Un racconto dolceamaro che attraverso le scarne note scritte all’interno di un libriccino, ci accompagna nei dettagli della storia, quella vissuta, dove tutto si può raccontare con SOLO UN PUGNO DI PAROLE.